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La riscossa del cuore (Manchild) - IndiePerCui

Rock d’autore tempestato di distorsione ponderata per il nuovo disco di Marco Sanchioni ad intraprendere un percorso di adesione totale alla musica e alla vita che si può esplorare all’interno di un viaggio chiamato amore e interessato dalla continua ricerca melodica sovraesposta alle intemperie di questi giorni. Le dodici canzoni proposte sono l’esigenza introspettiva di esplorare l’animo umano sotto diverse sfaccettature rapportando il vivere raccolto all’interno di questa società in bilico tra l’essere e l’avere. Forme mai disciplinate di canzoni che guardano oltre le possiamo trovare in pezzi come il singolone La verità, Canzone della nuova realtà, Il vecchio mondo (e quel che resta), Logica e follia e Animico nel finale. Brani che ricoprono l’etere di speranza per un album a tratti gridato, a tratti più raccolto e meditativo in un sodalizio unico e necessario con quel qualcosa chiamato vita che ci troviamo ad affrontare giorno dopo giorno.

MITE - Kronic.it

Colpisce per la sua freschezza questo album di Marco Sanchioni, "il cantautore punk" come ormai molti amano definirlo(….) Senza dubbio la forza di Marco Sanchioni è proprio nell`immediatezza con cui riesce a comunicare, nei testi a volte riflessivi ed altre volte ironici ma mai elaborati(…)Un lavoro che ha sicuramente la freschezza e l`immediatezza che certi “grandi nomi” del rock radiofonico ricercano inutilmente da anni…

Roberto Bonfanti – www.kronic.it

DOLCEMENTE GRIDANDO SUL MONDO - Undergroundzinewebzine.weebly.com

“Gli intellettuali non salveranno il mondo”, “Il mio girotondo” , “Bimbi di pietra”, “Canzone per me”, “Il potere è adesso” e “Sopravvivere vivendo” sono canzoni che segnano il passo di questo album e che indicano la strada percorsa da Marco. Come vi dico da parecchio fate vostro il cd per poter meglio apprezzare i suoni e le melodie composte da Marco.

Molto curata la post produzione, gli arrangiamenti e le orchestrazioni. Purtroppo a parer mio la pecca è che il rimando con Guccini è abbastanza immediato, sia per le tematiche che per il metodo di espressione e persino per la lieve imperfezione di pronuncia con la erre moscia molto simile al cantautore bolognese, il che credo sia una “croce e delizia” per Marco, perché certamente glielo avranno già fatto presente e sicuramente la cosa ha avuto delle ripercussioni sia nel bene che nel male nella sua carriera.

Concludo questa mia consigliando principalmente questo lavoro a chi è appassionato della musica d’autore italiana con testi impegnati e con spessore. A Sanchioni non mi resta solo che augurargli di proseguire in questo modo, sperando che le nuove composizioni si distacchino leggermente come attitudine da Guccini e dal “cantautorato” di fine anni ’70 ed ’80.

Alessandro Schumperlin

La pace elettrica - sotterraneipop.blogspot.com

Come oramai ci ha abituato da anni, Marco Sanchioni pubblica un nuovo disco quando meno te lo aspetti. Appare e scompare a distanza di anni rilasciando una manciata di canzoni raccolte nel periodo di decantazione che può variare dai due ai dieci anni senza preoccuparsi più di tanto di finire nel dimenticatoio. Il successo così come la frenesia di essere sul mercato non è la sua priorità e, forse proprio per questo, finisce sempre con l’essere ascoltato con l’attenzione che merita.
Dal primo demo su cassetta, successivo all’esperienza di culto con The A Number Two, a questo nuovo album sono trascorsi ben 27 anni, durante i quali sono arrivati a noi quattro demotape (tre su cassetta ed uno su cd) e quattro album, più svariate partecipazioni a compilations che ne hanno definito lo stile di cantautore punk per via delle accelerazioni grintose che molti suoi brani presentano.
Non fa eccezione “La Pace Elettrica” che ripropone i canoni conosciuti del Sanchioni autore, in dodici brani che appaiono ai ripetuti ascolti, meglio messi a fuoco che in precedenza, pur non discostandosi molto da quelli pubblicati pima d’ora. Le influenze principali di Marchio Sanchioni sono ancora ben più evidenti che in passato, con Guccini che apre le danze con “L’alternativo è conformista” una sorta di Avvelenata aggiornata ai tempi dei Social, e gli Hüsker Dü che dalla successiva “la felicità non può più attendere” emergono prepotentemente in più di un’occasione.
Il suono rock chitarristico che richiama i Pixies lo troviamo in brani come “Pianeta meraviglioso”, mentre gli amati R.E.M. e Beatles sono meno presenti che in passato, sebbene i secondi guidano in realtà tutto l’impianto melodico del disco che come al solito poggia sui testi di pregevole fattura che spaziano tra l’intimismo delle esperienze personali ed una visione più globale nell’osservazione dell’universo che lo circonda.
Tra una ballata folk (“Amore sporco”) e spruzzi di punk (“Meglio il giullare del Re”) la prima parte del disco viene chiuso dal singolo “Chiuso in casa” che aveva anticipato l’album e che rappresenta forse la cosa più “radiofonica” mai prodotta dal Nostro seppure racconti una storia di auto esclusione dal mondo con il protagonista che vive le sue relazioni sociali chiuso in casa in una sorta di gabbia in cui la sua mente lo imprigiona. Sinceramente il brano sembra un po’ avulso dal contesto sonoro del disco, se non si conoscessero le influenze citate in precedenza e che danno un senso alla composizione dell’album.
Tra i brani più riusciti da citare anche “Qualcosa che non ho” e “Giovedì grasso” il brano che cita i R.E.M. raccontando una scanzonata giornata carnevalesca a scuola che suona come una filastrocca e che potrebbe funzionare benissimo come successivo singolo di traino al disco.
La parte finale del disco riporta le atmosfere del disco sul piano cantautorale e che poggia sulla lunga e dolente “Canzone dei miei silenzi” come sempre il brano più personale dell’autore che come nei capitoli precedenti chiude il disco facendo il punto sugli anni trascorsi da una prova all’altra.
In definitiva “La Pace Elettrica” appare essere il lavoro meglio messo a fuoco da Marco Sanchioni in una carriera oramai trentennale vissuta con onestà cercando di dire qualcosa piuttosto che cercare di “arrivare” ad un successo magari effimero e poco adatto al suo essere un cantautore un po’ atipico.

Eliseno Sposato

sotterraneipop.blogspot.com

La pace elettrica - IndiePerCui

Suoni cantautorali che si fondono con una matrice rock e intessono trame che parlano di attualità, di mondo vissuto, di esigenza sempre costante di raccontare un ambiente in decadenza, un ambiente che ci riguarda e ci rende partecipi di una vita in divenire che non riusciamo a controllare. Il disco di Marco Sanchioni racchiude al proprio interno un’esigenza di mettere in musica sensazioni che inevitabilmente parlano di questa nostra quotidianità. Il voler apparire ad ogni costo, l’essere il re del social anche quando non serve, un tempo che cambia con noi, un tempo che cambia con l’essere umano, ma che in qualche modo non riusciamo a controllare che non riusciamo a far nostro, alle prese sempre con ciò che non saremo mai. La pace elettrica è un disco eterogeneo, un album che mescola diversi stili per immortalare canzoni che sono l’emblema unico di questo nostro tempo.

Marco Zorzan

Per IndiePerCui

DOLCEMENTE GRIDANDO SUL MONDO - Ventonuovo.eu

La mia voglia di scrivere nasce dall’urgenza e la necessità di mettere nero su bianco le inquietudini, la rabbia, così come la bellezza e la gioia di esserci. E’ forse per questo motivo che considero le canzoni come una terapia, uno scavare dentro, un po’ come ripulire l’interno di una cisterna con tutte le sue incrostazioni, decantare mostri e fantasmi interiori per poi rivederli impressi nelle parole.
Parole, quelle di alcune canzoni di questo nuovo album, che ho scoperto solo più tardi molto cruenti, forti e penetranti, al punto da farmi quasi paura da solo, riascoltate in momenti diversi rispetto quei giorni in cui le
avevo scritte”.
Titoli significativi come “Sopravvivere vivendo” e “Gli intellettuali non salveranno il mondo” dalla forte spinta Rock mettono in evidenza il valore di questo artista nato a Fano (Pu) nel 1969 con alle spalle anche una militanza in gioventù negli A number two, band con cui pubblicherà due demo e persino un mini album per l’etichetta romana High Rise.
In seguito farà parte per un breve periodo anche degli Ossi, una bizzarra band di folk irlandese di Urbino, dove per circa un anno giocherà il ruolo di percussionista.
Da allora diverse esperienze anche molto importanti (il suo primo cd “Mite” vede la collaborazione di Franco Caforio, fondatore dei Death SS ed in seguito membro dei Litfiba e della band di Piero Pelù).
“Dolcemente gridando sul mondo” è un disco in cui convivono l’anima Rock (“Il potere è adesso”) e quella più sensibile (“Canzone per me”) di Marco Sanchioni, che mettono in luce il talento naturale di questo autore che fa un uso massiccio della chitarra (a volte granitica e talvolta gentile) e che a tratti ricorda il grande Francesco Guccini ma anche Giorgio Canali(ex C.S.I. e P.G.R.).
Insomma in breve un perfetto mix di Pop e Grunge per pura estasi sonora…
Un’immediatezza che trae origine dal Punk anni settanta e dalla canzone d’autore che ha nella semplicità il suo punto di forza.

Marco Vittoria