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10 ANNI DOPO - IL MUCCHIO SELVAGGIO di Federico Guglielmi

Racconta storie intriganti attraverso testi spesso lunghi nei quali affiorano qua e la termini inusuali e ricercati (un po’ alla Guccini per intenderci), sorretti da una classica strumentazione rock (chitarra, basso e batteria, e all’occorrenza qualche inserto di tastiere e archi) che rimanda per lo più ai R.E.M., con sporadiche esplosioni di energia e compattezza nelle quali si avvertono echi di Husker du. Una formula atipica che, a un decennio esatto dall’esordio Mite, è adesso ribadita con accresciuta efficacia in tredici brani intensi e appassionati dove amarezza e rimpianto sposano sentimentalismi mai stucchevoli, rabbia, ironia e critiche pungenti in un continuo avvicendarsi di evocatività e veemenza. Singolare pure la voce, contraddistinta dalla erre arrotondata, e alta – in quattro o cinque casi altissima – la qualità compositiva, a fornire l’immagine inequivocabile di un autore/interprete di peso.

La Riscossa Del Cuore (Manchild, 2022) - SotterraneiPop

Da quando ha avviato la sua carriera da solista, nell’oramai lontano 1995,  Marco Sanchioni ha sempre centellinato le sue uscite discografiche, perlopiù autoprodotte, seguendo l’esigenza artistica a scapito di quella commerciale, rivolgendosi ad un pubblico disponibile ad accogliere una poetica raffinata che potesse durare nel tempo, al contrario di quella usa e getta che ha fagocitato in men che non si dica, migliaia di nomi.
Ecco allora che ogni suo nuovo lavoro, arriva d’un tratto ad anni di distanza dal precedente, mettendo in mostra ogni volta un Sanchioni diverso dal precedente. Un’affermazione questa che mai come in questo caso trova riscontro in un album che a scapito del titolo che potrebbe far pensare a ben altro, potremmo definire come il primo “disco politico” del cantautore marchigiano.
Ecco così che “La riscossa del Cuore”, è figlio del lungo lockdown vissuto in fase di gestazione e realizzazione del disco, in cui Marco Sanchioni mette in mostra, senza mai volere dare la sensazione d’imporre “una verità” oppure una visione del mondo che resta molto personale.
la sua visione Sanchioni la mette subito in campo attraverso il trittico iniziale di canzoni dove un potere occulto ci tratta come servi (“Bestiame e Raccolto”) che per controllarci ci tiene relegati in una “Zona confort” attraverso un mondo raccontato come ostile da non affrontare perché “non riguarda anche te”. Ecco che allora ciascuno si confeziona una propria verità troppo spesso fatta di bugie che non si vogliono vedere o che si accettano in maniera inconsciamente silenziosa. Proprio in questo bel singolo “La Verità”, che è uno dei brani chiave del disco, potremmo trovare una chiave di lettura in quell’enorme dibattito che (pro/no vax) siamo tutti sprofondati in questi anni bui.
Tutto il resto dell’album si muove su questi temi a volte con messaggi più sottilmente diretti (“Ipocondria”) oppure usando metafore (“Il Dominio del Drago”).
Musicalmente il disco si muove su direttrici ben precise dove il rock predomina in maniera naturale ricordando l’ultimo Bob Mould solista nei brani più energici, non disdegnando di ricordare anche gruppi che non ti aspetteresti come i Fugazi (“Questo Mondo e quel che Resta”) oppure i R.E.M. in quelli più evocativi, gli amati Beatles (“Le Dissonanze Cognitive si Moltiplicano”) che sono poi la cifra stilistica emersa anche negli album precedenti.
In conclusione possiamo senza ombra di dubbio dire che “La riscossa del Cuore” è certamente l’album meglio riuscito di Marco Sanchioni, cosa non affatto scontata dopo tanti anni di passione e resistenza.

La pace elettrica - Distorsioni.it

Marco Sanchioni, cantautore marchigiano, di Fano, è senz’altro da annoverare tra coloro il cui percorso sì è affermato per una luminosa e lunga coerenza. Marco, dopo quasi trent’anni di attività ha arricchito via via di nuovi capitoli la sua vena creativa, lirica e musicale. E lo dimostra con il nuovo cd autoprodotto, "La Pace Elettrica", contenente undici canzoni che ci riconducono al nostro instabile e incauto presente, in un cortocircuito di rabbia, tenerezza e ironia. Le fonti ispirative di Sanchioni sono legate a un suono di memoria Hüsker Dü e a un cantato in stile gucciniano (si pensi alla traccia d’apertura L’Alternativo E' Conformista). "La Pace Elettrica" si pone fin dal titolo nel segno della ricerca di una propria misura in un universo circostante dominato da un equilibrio instabile e da apparenti contraddizioni evocate in Meglio Il Giullare Del Re e in Giovedì Grasso. Le canzoni contenute nel cd echeggiano scenari affettati e fittizi a favore di uno spazio di sincerità in cui vadano riducendosi le distanze e le falsità reciproche a favore di un riconoscimento più autentico di sé e degli altri. La ricerca lirica di Marco muove da questo bisogno di schiettezza che prescinde da una ricerca del bello fine a se stesso. Di fronte al garbuglio del mondo l’autore racconta di persone perlopiù immobili, in attesa, che non esprimono giudizi e che anche se condannano e assolvono lo fanno con una forma mentis quasi sempre superficiale. È per questo che nei testi e nella musiche del disco Sanchioni dà un forte imprinting a reagire, emergendo con autentici bagliori di un istante, con efficaci attimi di chiarezza, al di là di una ipotetica opposizione luce-buio. "La Pace Elettrica" mette in scena una poesia che viene dal fondo. Marco è come un archeologo che rovista tra i detriti, cercando la speranza per ridare vita a comportamenti supini di molti individui che preferiscono nascondersi, arrugginendo, guadagnare tempo, trasformarsi, creare. Non tutti ce la fanno, ma molti non vogliono. In definitiva se il titolare di queste meditazioni è un “io” a volte identificabile con l’autore, di fatto tutto l’album si presenta come un racconto di un “noi”, dove prevale la prima persona plurale. Perché è nei legami, nella collaborazione, nel dialogo che diventa possibile scorgere una trama, ritrovare il senso tra le storie del tempo, guarire il disagio della civiltà che ci sovrasta.
 
Francesco Battisti


Distorsioni.it

MITE - Altatensione.it

…i temi trattati spaziano nella vita di tutti i giorni, amore, il bello e il brutto di vivere, illusioni e realtà...è, fondamentalmente, un lavoro valido, ben suonato, mai eccessivo, ben interpretato, ottimamente registrato e discretamente arrangiato...Sanchioni può farne di strada...

John Lorena – www.altatensione.it

MITE - Rockit.it

…"Mite" si rivela quindi un'opera estremamente convincente che (ri)propone sulla scena un autore che sembrava perduto e che, per nostra fortuna, ha voluto rimettersi in gioco con queste dodici, splendide canzoni.

Eliseno Sposato - http://www.rockit.it/

DOLCEMENTE GRIDANDO SUL MONDO - Musicmap.it

Il lavoro (trattasi di autoproduzione) arriva a distanza di “soli” tre anni dal precedente album ''Dieci anni dopo'', con cui si era già potuto intravedere del sincero potenziale espressivo. ''Dolcemente gridando sul mondo'' compie un'ulteriore presa di posizione a difesa di un cantautorato diverso. Il linguaggio, pungente ed originale, supporta una maggiore complessità dei testi e delle tematiche (''Sole di luglio'', ''Bimbi di pietra''). Il paragone gucciniano è sicuramente il più immediato, complice di certo quella pronuncia incerta della erre che ricorre in Sanchioni, ma confermato di fatto dalle sonorità dei pezzi, imbevuti nella tradizione del folk italiano (''Gli intellettuali non salveranno il mondo''). A spezzare un po' la ripetitività di un minutaggio per lo più pop, intervengono qua e là certi fermenti rock-noise (''L'anima'', ''Il potere è adesso''), per un album complessivamente davvero ottimo!

Andrea Pagliaccia